"... mando tanti sms, mail, e uso il mio cellulare come tutti i miei amici. Alle volte vorrei avere Internet per parlare a tutto il mondo... però vorrei sentire davvero che parlo con tutti, che posso vedere e toccare i miei mille amici, divertendomi e facendo tante cose insieme..." (Paola 10 anni).

Si dice che la nostra sia una fase di profonda trasformazione. Tutti noi riteniamo, offuscati e affascinati dalla rivoluzione tecnologica, di poter fare a meno dell'esperienza diretta, del corpo, dell'ambiente naturale.
Il bambino, per primo, avverte che questa visione e questo approccio non lo appagano completamente e, anzi, limitano la sua realizzazione e il suo benessere.
In qualità di "nativo digitale" il bambino vuole abbracciare l'universo che lo circonda utilizzando le opportunità che la modernità gli offre, ma poi si accorge che per mettersi davvero in "rete" gli manca un tramite indispensabile, un collegamento che ogni bambino deve cercare dentro di sè e che la piccola Paola, proseguendo il suo pensiero, ha identificato nella coda avatariana, simbolo di un primordiale legame e prova evidente della sua appartenenza alla Natura.
Una coda verde-blu che rappresenta un primitivo organo sensoriale il quale finisce per collegare e far dialogare tutti i bambini, mescolando nuovo e arcaico, passato e futuro, ristabilendo un equilibrio che può appianare la contraddizione tra "ciò che si ha" artificialmente, e "ciò che si è", naturalmente.