Fabio Francese sport


Fabio Francese - Il nostro medico dello sport

Fabio si è raccontato per Trinoonline.it

"Nasco a Vercelli il 5/6/68 ma dopo pochi mesi di residenza bicciolana, mi stabilisco a Trino dove mio padre svolge la professione di Medico di Famiglia.
Già dall'infanzia la passione per lo sport e in particolare il calcio mi viene trasmessa dal nonno Granata fino al midollo e dal papà rossonero sfegatato.
A 8 anni inizio a giocare a tennis presso il Centro Buzzi dove continuerò fino ai 18 anni, per smettere e poi riprendere negli anni successivi continuando fino ai giorni nostri quando con cadenza settimanale mi esprimo sulla terra rossa con molto estro e poca regolarità; ma per me il tennis è divertimento puro.
La passione vera, però, rimane il calcio da praticante e da tifoso.
Dai pomeriggi passati, durante l'infanzia nel cortile del mio carissimo amico Paolo (Olivero altro ultras granata) con il pallone tra i piedi, alle partite con le scuole, alla fondazione del TRIDINUM con gli amici, stufi di cercare una squadra avversaria tutti i sabati, e desiderosi di confrontarsi in un vero campionato seppur amatoriale nel CSI.
Passione viva ancora oggi da impegnarmi come organizzatore (mi chiamano "direttore") per costruire e gestire la squadra di calcetto (calcio a 5) partecipante al torneo Over 30 che si svolge da anni a Caresanablot, una squadra costruita con un mix di trinesi compagni nel Tridinum e conoscenze vercellesi e limitrofi (specie Ronsecco) molti dei quali miei ex atleti nella Pro Vercelli.
Un'esperienza splendida per l'amicizia e lo spirito di gruppo che si è creato negli anni.

Il tifoso, rigorosamente Granata, come dicevo inizia con il nonno nell'infanzia, a 16 anni il primo abbonamento in Curva Maratona poi 10 anni di Toro in casa e talvolta anche in trasferta in Italia ma anche all'estero sempre con gli amici a tifare e divertirsi.
La passione per lo sport in quegli anni si vede anche in altri contesti: regolarmente in curva al sabato sera a tifare l'hockey Amatori Vercelli e alle domeniche senza Toro, a vedere la Pro o il Trino.

Nel frattempo mi diplomo al Liceo Classico Lagrangia di Vercelli nel 1987 e inizio l'Università di Medicina a Pavia, quello che ho sempre avuto intenzione di fare, e termino con la laurea nel 1994.
Già dai primi anni di Università avevo maturato che era possibile unire le mie 2 passioni principali, Medicina e Sport e cosi durante gli studi inizio a frequentare il Centro di Medicina dello sport di Pavia e dopo la laurea mi iscrivo alla Scuola di Specialità in medicina dello Sport sempre a Pavia che concluderò con il Diploma di specialista nel Gennaio 2000.
Così inizia la mia collaborazione lavorativa con lo sport: una delle prime esperienze subito entusiasmanti, seguo l'amico Maurizio Randazzo per preparare le Olimpiadi di Sidney di Spada, concluse con una splendida Medaglia d’Oro nella gara a squadre, poi tante presenze come medico di gara sia sui campetti di periferia per i giochi studenteschi piuttosto che per manifestazioni internazionali; allo stesso modo inizio l'attività di prelevatore antidoping con la splendida esperienza fatta alle Olimpiadi Invernali di Torino 2006.
Attualmente risulto il responsabile Antidoping della piccola associazione Biella-Vercelli della FMSI.

In tutti questi anni parallelamente allo sport, la mia crescita professionale avviene nel reparto di Fisiatria della Clinica Santa Rita di Vercelli dal 2000 fino a Luglio 2013 per subentrati impegni in granata, oltre che alla New Gold Gym sempre a Vercelli e nel mio studio a trino in cui sono di casa tanti calciatori delle nostre squadre locali.
Senza dimenticare l'anno di militare come Ufficiale Medico di Complemento svolto per 3 mesi a Firenze (corso) e per 12 mesi alla caserma Scalise di Vercelli nel 1995.

Nel 2001 trovo anche il tempo di sposarmi con Maria Pia Vanoli, da Santhià, paziente nel tollerare tutti i miei impegni e il 16/12/2002 nasce Valentina che si distingue per essere praticamente uguale al suo papà.

Gli amici però ricordano tutti le mie parole da ragazzo: quando sarò grande voglio fare il medico del Toro.
Così nel 1995, per un caso veramente fortuito, vengo in contatto con l'allora referente sanitario del settore giovanile della Pro Vercelli, il dott. Acanfora che mi chiede se mi interessa collaborare, la mia risposta è ovviamente affermativa ed entusiasta e da li inizia l'avventura.
Quindici anni di Pro Vercelli tra settore giovanile con una finale Nazionale Berretti persa a Casarano (di là giocava Miccoli) e tantissima C2 in prima squadra con un play off perso nel diluvio di Mestre, 2 play out vinti sempre a Mestre e a Palazzolo (BS) e uno perso con il Sassuolo (ma poi ripescati).
Un'esperienza enorme con tanti giocatori, tecnici e dirigenti e collaboratori che mi hanno accresciuto e temprato nell'affrontare emergenze e difficoltà (quanti anni fatti "sensa ‘na lira")
Nel 2010 con una Pro al limite del fallimento mi chiama il "mio principale" della Clinica Dott. Massimo De Salvo per passare al Novara neopromosso in B.
Due anni entusiasmanti: la vittoria in B, inizialmente inattesa, con il passaggio in A dopo 60 anni di attesa e il primo campionato in A finito con una retrocessione però a testa alta e senza mai sfigurare con il gotha del calcio. Anche qui importanti esperienze umane e professionali.
Poi qualcosa si rompe e nel 2012 mi ritrovo, chiamato da ex Pro Vercelli Andreini e Montemurro, a Varese di nuovo in B in una società a dimensione veramente familiare che mi lascia un ottimo ricordo malgrado le aspettative sportive (Play off) sfumino all'ultima di campionato a Brescia.
Infine nell'estate 2013 si chiude il cerchio e arriva la chiamata che sembrava solo un sogno da ragazzino: il TORO, quel Toro che per 45 anni ho seguito allo stadio, in tele (la mia tavernetta e' luogo di ritrovo per le partite del Toro con gli amici granata sempre accompagnate ovviamente da buon cibo e buon vino) o per radio.
La stagione 2013-14 non poteva essere migliore: 39 panchine su 39 partite (le ho fatte tutte), record di punti dell'era Cairo, vittorie in almeno 4 stadi storicamente ostici da decenni per il Toro e la qualificazione all'Europa League (con il finale thriller del rigore sbagliato al 94’ a Firenze compensato dalla Alta corte del Coni che ha penalizzato il Parma).
A fine stagione viene rivoluzionato il settore medico di tutto il Torino calcio e vengo richiamato a Novara.
Questo sono io ad oggi, sperando di poter scrivere altre pagine, o almeno righe di altre soddisfazioni....."


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